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Giovanni Lanfranco (Parma 1582 - Roma 1647)
Sant’Agata risanata in carcere da san Pietro
1613-1614
olio su tela
cm 93 × 114
Galleria Corsini
Inv: 211
Sant’Agata, martire catanese del III secolo d.C., venne martirizzata sotto l’imperatore Decio. Tra i molti tormenti inflitti alla fanciulla, lo strappo dei seni con le tenaglie, terribile prova ricordata dalla classica iconografia della Santa spesso raffigurata con i seni tagliati adagiati su un piatto. Dal Rinascimento in poi si moltiplicano le raffigurazioni del cruento episodio, spesso con inediti risvolti sensuali.
Meno frequente invece la rappresentazione dell’episodio successivo, quando Agata, sopravvissuta e rimessa in carcere dopo che anche un tentativo di decapitazione era fallito a causa di un terremoto, viene visitata da san Pietro che la guarisce con un unguento miracoloso.
La scena è qui rappresentata in un morbido chiaroscuro notturno, che esalta tanto la sollecitudine affettuosa dell’angelo che porge la ciotola dell’unguento, quanto la delicatezza compassionevole di Pietro che si accosta alla ferita; mettendo in risalto l’esemplare mansuetudine di Agata che, in dolcissimo e dolente profilo, accoglie il dolore e rende cristiana testimonianza.