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Jusepe de Ribera (Jàtiva 1591 - Napoli 1652)
Negazione di Pietro
1615-1616
olio su tela
cm 163 x 233
Galleria Corsini
Inv: 438
La Negazione di Pietro, ora concordemente assegnata al periodo romano del giovane Ribera, fu per lungo tempo attribuita da Roberto Longhi al cosiddetto Maestro del Giudizio di Salomone, sulla base dell’omonimo dipinto della Galleria Borghese.
Il pittore, nato a Jàtiva, in Spagna, arrivò nella città papale intorno al 1606, dove entrò in contatto con lo straordinario rinnovamento pittorico avviato da Caravaggio. Proprio la “Negazione di Pietro” di Merisi, oggi al Metropolitan Museum di New York ma all’epoca a Roma, costituisce il punto di partenza del dipinto Corsini.
La citazione letterale del gesto di Pietro che, interrogato davanti al palazzo di Caifa, nega di conoscere Cristo (Mt 26, 69-95) è relegata eccezionalmente all’ estrema destra: Ribera decide, infatti, di ampliare la scena in orizzontale con la ripetizione dell’accusa al santo, da parte della donna e del vecchio col cappello piumato, inserendo anche il tavolaccio da taverna sul quale le guardie sono intente a giocare a dadi.
Si tratta di un’innovazione iconografica che diverrà riferimento per gli altri artisti caravaggeschi e che contribuirà a diffondere la rappresentazione degli episodi evangelici in formato orizzontale, spesso ambientati e “attualizzati” in scene contemporanee di osterie.
L’opera, realizzata intorno al 1615-1616 poco prima che Ribera partisse per Napoli, è probabilmente identificabile con quella citata nell’inventario di Giovan Francesco Cussida del 1624 e poi in quello di Carlo De Rossi del 1683. Nel corso del Settecento, entrò nella collezione del cardinal Lorenzo Corsini, futuro papa Clemente XII, e dal 1750, venne sistemata nella galleria del Palazzo di via della Lungara.