Ginevra Cantofoli (Bologna 1618-1672)
Donna con turbante

1650 ca.

olio su tela

cm 64,5 x 49

Palazzo Barberini

Inv: 1944

Una fanciulla, a mezzo busto, si volta verso di noi, quasi rispondendo a un richiamo. Un turbante le avvolge la testa, da cui sfuggono lunghe ciocche di capelli biondi. Un manto, bianco avorio come il turbante, le avvolge le spalle. L’abbigliamento non ha connotazioni sociali specifiche, anche se il copricapo rimanda alla tradizione iconografica cinquecentesca delle Muse.
Nella sua assoluta semplicità l’opera si presta ad essere riempita di significati.
Così dal XVIII secolo, dopo che lo storico Antonio Ludovico Muratori nei suoi Annali d’Italia ne ebbe rievocata la dolorosa figura, prese vita una duratura tradizione che vi identificava Beatrice Cenci, protagonista suo malgrado della cronaca nera di fine Cinquecento: con altri membri della famiglia fu accusata dell’assassinio di Francesco Cenci, padre incestuoso, e violento, e condannata a morte per decapitazione, eseguita ai piedi di Castel Sant’Angelo l’11 settembre 1599.
Fino ai nostri giorni questa vicenda ha ispirato innumerevoli creazioni artistiche e letterarie, tra cui questo presunto ritratto; con la sua aura di indifesa innocenza, venne commentato ed esaltato da scrittori ed intellettuali da Stendhal e Hawthorne a Artaud e Moravia, mentre una parallela tradizione attribuiva l’opera a Guido Reni, ritraente Beatrice poco prima dell’esecuzione: racconto intrigante ma improbabile, in quelle circostanze.
Attualmente quest’opera è attribuita alla pittrice Ginevra Cantofoli, attiva a Bologna nell’importante bottega di Elisabetta Sirani e autrice di numerose opere in contesti pubblici e privati, caratterizzate dalla stessa atmosfera morbida, malinconica e pudicamente sensuale che contraddistingue anche la nostra misteriosa protagonista.

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