Artemisia Gentileschi (Roma 1593 - Napoli 1656 circa)
Autoritratto

1630 - 1635

olio su tela

cm 98 x 74,5

Palazzo Barberini

Inv: 1952

Dipinta probabilmente nel primo periodo napoletano, tra 1630 e 1638, l’opera risponde in pieno ai criteri stilistici e funzionali dell’autoritratto: rappresentare non solo le fattezze reali di un artista, ma anche il suo status e la sua bravura, e forse, l’orgoglio di essere una delle artiste più celebri della sua epoca, prima donna ammessa, nel 1616, alla prestigiosa Accademia delle Arti del Disegno fiorentina.
In questa chiave possiamo dunque leggere i vari elementi che compongono questo bell’autoritratto che il restauro ha restituito all’armonia piena dei colori, avvalorandone l’attribuzione all’artista.
Si può notare così la realtà fisionomica di Artemisia, il volto pieno e lo sguardo fiero che cogliamo in altre sue immagini; la sua eleganza di donna abituata alla frequentazione di corti: quella sontuosa e raffinata dei Medici a Firenze, e poi a seguire quella degli Stuart in Inghilterra.
Ma la gloria delle sete e dei gioielli è niente rispetto a quella dell’arte: così, sulla capigliatura ribelle sta ben salda la corona d’alloro dell’artista valente, e il colore denso e luminoso si stempera in un chiaroscuro ancora caravaggesco, a memoria delle radici romane della sua pittura.